di Francesca Blesio – Corriere della Sera Bologna
Qualche sua cartolina ancora vola. Sono traiettorie antiche, visto che Giovanni Manna le dipinse quasi vent’anni fa. C’era Bologna, sopra, dipinta con gli acquerelli. Oggi, più che la città per cui ha lasciato la sua Firenze, acquerella personaggi delle favole, illustra racconti, disegna storie. Lo fa nel suo studio di via Turati. L’ultimo suo lavoro lo ha pubblicato Rizzoli: L’Iliade pensata per i ragazzi. Mi piace lavorare sui miti e su ambientazioni storiche, mi diverte il lavoro di ricerca, dice lui. I lavori di Manna sono dedicati per lo più al mondo dell’infanzia. Sua figlia, Miriam, 13 anni, è già una ragazzina. Ma l’universo dei più piccoli non gli è estraneo. Quest’estate ha tenuto un laboratorio al Festival di Giffoni, con bambini dai tre anni in su. Mi sono divertito, è stato un momento di scambio. Cambia anche il tratto del pittore, in base al pubblico di lettori a cui è destinato il libro che illustra. Con i più piccoli il tratto è diverso, e ne devi tener conto, stilizzando, quando ci lavori. Se il pubblico è più grande, il lavoro per uno come Manna, si semplifica. Io che ho un tratto più adulto, in questo caso, non devo pensare a chi sfoglierà le tavole, ma posso andare d’istinto.
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